Lampi sul mediterraneo: una rassegna fuori dagli schemi, che rispecchia a pieno il senso di “frontiera”, linea divisoria che a volte separa, ferisce, ma che molto spesso diventa anche un punto di incontro e di partenza. da lunedì 21 luglio, ha luogo nella suggestiva loggia della tonnara di Marzamemi.
I film e i documentari proiettati trattano infatti temi insoliti, come per esempio in Attraversando il Bardo di Franco Battiato in cui il "maestro" catanese ha voluto raccontare una particolare forma di purificazione e di catarsi: «il bardo - spiega Battiato - è lo stato della mente dopo la morte, quando la coscienza è separata dal corpo»; l’estrema frontiera dell’essere.
Storie di immigrazione e di integrazione quelle raccontate da Alberto Bougleux nel documentario L’isola, dove un’insegnante riesce a far aprire all’interno dei locali di una scuola pubblica siciliana una moschea per la comunità maghrebina locale. Argomenti forti, tangibili e soprattutto attuali anche quelli narrati da Valerio Cataldi con La neve, la prima volta, un documentario che ci racconta la storia di quattro rifugiati – tre eritrei e un siriano - a partire dall’accoglienza a Lampedusa fino ai paesi dove hanno scelto di vivere: Olanda, Svezia e Norvegia.
Un amore insolito per una terra mai vista, ma solo immaginata, quello raccontato in Many Beautiful Things - Tanti Beddi Cosi di Aurelio Gambadoro. Vincent Schiavelli compie un viaggio a ritroso da Los Angeles a Polizzi Generosa, un piccolo paesino delle Madonie, che ha preso corpo nel suo immaginario attraverso i racconti del nonno.
Storie di identità sessuali e di sofferenza sono al centro di Più Buio di Mezzanotte di Sebastiano Riso: «quello che abbiamo tentato di fare è stato rendere il film più universale possibile, e anche se la pellicola è così tipicamente mediterranea, girata perlopiù in dialetto, credo che riesca a toccare quelle corde che fanno parte di ognuno di noi» .
Pellicole capaci di superare ogni limite, sia fisico che mentale, come in Sedia Elettrica, il Making off di Io e Te di Monica Stambrini: un ritratto dettagliato, ironico e a tratti molto personale del regista Bernardo Bertolucci durante le dieci settimane di produzione del film “Io e Te”. Il titolo infatti fa riferimento alla sedia a rotelle sulla quale il regista è costretto ormai da diverso tempo. «La presenza di Monica è stata discreta e invisibile» ha dichiarato l’attrice Tea Falco, protagonista del film.
La sfera terrestre è la frontiera da superare in Sicilian Space Program di Antonella Barbera , Paul Capasso e Fabio Leone che hanno inviato un cannolo in fimo nello spazio, ai confini della stratosfera. Grazie a loro, adesso, un pezzo di Sicilia, vaga per l’universo!
Tra i documentari proiettati, anche quello dell’ideatore e direttore artistico del Festival Nello Correale Il Toro di Wall Street: «Il Toro di Wall Street è una scultura di bronzo situata nel distretto finanziario di New York, vicino la borsa di Wall Street. Nonostante quest'opera rappresenti il simbolo mondiale del capitalismo – ha dichiarato Andrea Traina co-autore e montatore del documentario – nessuno sa che l’autore è un artista siciliano - Arturo Di Modica - originario di Vittoria che nel 1989 lo ha piazzato lì, senza permesso, dopo aver calcolato i tempi della sorveglianza, quasi come un rapinatore alla rovescia che non porta via, ma lascia qualcosa». Il documentario racconta la sovrapposizione tra l’opera e l’artista: Arturo Di Modica è a sua volta una sorta di Charging Bull, un risoluto toro pronto ad attaccare, senza mai scoraggiarsi. L’aspetto interessante de Il Toro di Wall Street sta nel montaggio: non essendoci traccia di nessun archivio che documenti questa storia, la pellicola è stata montata unendo spezzoni di altri film che rimessi insieme creano un racconto diverso.
A cura di Elisa Mirabile